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Viaggiare nei paesi poveri è bellissimo e vero, sia nel bene che nel male, soprattutto se in autonomia.
Come avrete capito leggendo questo blog, a me in viaggio non va sempre tutto bene. Solitamente quando si leggono racconti di viaggio tutti riportano solo positività. Beh, mai come a Cuba ho provato la poco piacevole sensazione di essere un portafogli con le gambe. Avremmo dovuto fare più attenzione a certi articoli come questo.
Viaggiare nei paesi poveri, non va sempre tutto bene
La seconda sera a L’Avana fu un tripudio di fregature. Iniziammo in maniera soft, in fila ad un ristorante consigliato, ci si avvicinò un tale che sosteneva di lavorare lì dentro ma che era in pausa e ci consigliava di andare nel ristorante di sua cucina dove avremmo mangiato meglio; ci avrebbe portato lui. Che bel paio di imbranati!
Tutti quelli che ti si avvicinano chiedono sempre se sei ad Avana per la prima volta e da quanti giorni, in questo modo capiscono quanto possono approfittare di te, evidentemente noi al primo giorno eravamo una preda succulenta.

Apro una parentesi. La stragrande maggioranza dei viaggiatori vive a Cuba esperienze bellissime, noi, anche per una serie di circostanze, siamo stati vittima di eventi tanto negativi quanto inconsueti.
Resta il fatto che la situazione del paese è disastrosa, non solo per la mancanza di libertà ma anche per l’economia; che è al tracollo per gli errori del regime (in quale regime dittatoriale, nella storia, il popolo è mai stato decentemente?) a cui si sono aggiunti le limitazioni dovute all’embargo statunitense di cui ovviamente ne soffre solo la gente comune. Detto ciò, trovo normale, anche se in certe culture non lo è, che per loro noi occidentali siamo semplicemente dei portafogli con le gambe da cui si cerca di prendere qualcosa, magari con piccole truffe o furbate. Se fossi cubano forse lo farei pure io.
Sia uomini che donne, a Cuba ti vedono come un portafogli con le gambe, ognuno a modo suo.
Pieni di donne a Cuba, proprio assediati
Tornando alla nostra super serata, non paghi della fregatura del ristorante, salimmo su un taxi e facemmo un altro grave errore, chiedemmo consiglio per andare ad ascoltare della musica. Intendevamo musicisti veri e musica dal vivo. Invece ci portò in una banalissima discoteca che ben presto si rivelò un covo di prostitute più o meno professioniste, alla ricerca di clienti.
Non avevamo intenzione di farci accompagnare a pagamento e respingemmo una ventina di ragazze. Stremato nel rifiutarle, mentre continuavo a messaggiare con la Romania, ad una dissi che ero gay.
Una venne preoccupata e curiosa a chiederci come mai avevamo mandato via tutte le altre. Sarei andato via da un pezzo, ma avrei dovuto lasciare lì il mio amico che invece voleva restare. Finché si avvicinarono due che non so come lo convinsero che erano lì per divertirsi come ragazze normali.
Perplesso accettai di portarle nella casa particular a chiacchierare più tranquillamente, senza aver capito il perché ci andammo su 2 taxi distinti. Prendemmo un paio di birre. Avevamo le stanze vicine e non so come mi ritrovai solo nella camera con una, quella mulatta. Mi chiese di andare in bagno, nel frattempo bevvi qualche sorso della birra che lei aveva già aperto. Dopo poco uscì completamente nuda e lì ammetto che la mia intenzione d’essere fedele a quella che nemmeno avevo ancora visto, vacillò, ma non ebbi il tempo di fare nulla.
Infatti, mi chiese di stendermi nel letto e di girarmi di schiena per farmi un massaggio. In fondo fin lì non avevo ancora fatto nulla di male, anche se la tipa era decisamente accattivante.

Risveglio indimenticabile
Mi risvegliai il giorno dopo con un gran mal di testa, ovviamente ero solo. Andai dal mio amico che era messo molto peggio di me e non riusciva ad alzarsi.
Poi scoprimmo che lontane dai nostri occhi, avevano versato una sostanza stupefacente (anestetico per cavalli) che ci fece addormentare all’istante. Ci avevano rubato circa 1500 euro (cioè, praticamente tutto quello che avevamo, considerando anche una parte in valuta locale); una macchina fotografica (la mia) del valore di circa 300 euro; un paio di occhiali da sole; un cellulare, uno zainetto e una camicia.
Siamo stati fortunati per non aver avuto complicazioni (alcuni mesi prima un tedesco era morto per un fatto simile), oltre al forte senso di smarrimento e confusione che abbiamo smaltito in un giorno e comunque anch’esso potenzialmente pericoloso.
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