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I trasporti pubblici in Bolivia sono come un viaggio nel viaggio. Viaggiare con le persone del posto è una di quelle esperienze spesso precluse nei viaggi organizzati o se ti muovi con un’auto a noleggio. Quest’ultima ipotesi è tra l’altro improbabile date le condizioni delle strade. I semafori sono rari, le rotonde pure. Quasi pare che certi enormi crateri vengano lasciati apposta perché la gente vada piano.
Gli autobus boliviani
L’autobus è il mezzo più usato e va ovunque. Nelle chiassose stazioni boliviane, come in quelle peruviane, senti un continuo urlare. Pensi sia la tua presidente del consiglio e invece sono i venditori dei biglietti. Tra le molte compagnie la concorrenza è agguerrita.

Le ferrovie è come se non ci sono. In occasione del tour al Salar de Uyuni, ci siamo fermati in quello che chiamano cimitero dei treni. Accanto al binario che va verso il confine col Cile, usato decenni fa per rifornire le truppe in occasione di una delle tante guerre tra i paesi, ci sono delle vecchie locomotive.
Avevo letto che viaggiare in bus può essere pericoloso; per gli autisti sono ubriachi ci sono incidenti e se non stai in occhio ti rubano tutto. Francamente non ho mai avvertito situazioni di pericolo. Anzi, sono talmente comodi che nel tragitto notturno feci una dormita notevole.
Viaggiare di giorno consente di godere di paesaggi spettacolari, come lo sono certe persone. Come la mia vicina con il classico abito delle donne boliviane e il caratteristico cappello.
Ovviamente non è tutto bello, puoi avere anche quella che per tutto il tempo ascolta al massimo volume la radio Maria Boliviana e canta a squarcia gola le litanie.
Se prendi i biglietti all’ultimo puoi fare degli affari, ma considerando il costo della vita boliviano, io prenotai tutte le tratte da casa. Solo una volta mi preoccupai. Per un errore non c’era più posto per me in un autobus (scelto tra quelli di lusso). Dopo qualche attesa mi dirottarono in quello di un’altra compagnia, di pari livello.

Il top dei trasporti pubblici in Bolivia, la funivia di La Paz
Se gli autobus sono moderni, super moderna è la funivia di La Paz. Fin da piccolo avevo sempre desiderato di visitare la metropoli più alta del mondo. Non bellissima e senza nemmeno troppe attrazioni per essere una capitale, ma in un contesto ambientale unico.

Mi aveva sempre colpito il fatto che la spesso debole nazionale di calcio, qui mette in difficoltà gli avversari, sfruttando l’altitudine. In effetti anche solo camminare per la città può essere impegnativo perché si trova in una valle molto profonda circondata da splendide montagne, tra cui il Monte Illimani alto 6462 metri.

Per andare dal punto più basso che è a 3200 metri a quello più alto, che è il quartiere (con più delinquenza, da evitare anche di giorno) di El Alto, a 4100 metri, ci si sposta con la funivia costruita da un’azienda austriaca. A La Paz scelsi di fare un tour guidato che mi portò, tutto con la funivia, nella periferia della città, chiamata valle della luna. Sono pinnacoli di roccia erosa che ricordano quelli della Cappadocia e che una volta erano molto più estesi ma li distrussero per allargare la città.

In autonomia visitai il mercato delle streghe, dove tra i tanti souvenir originali, spiccano i feti di lama, che da tradizione, vengono sepolti nelle fondamenta delle case nuove in quanto porta fortuna.


Un paio di pasticci tutti miei
Invece a proposito di malefici, nel museo de La Paz, mentre fotografavo una carrellata di maschere della magia tradizionale, andando all’indietro nel salone semi buio, inciampai rovinando a terra e tirandomi dietro un pannello. Fortunatamente non mi feci male, feci pochi danni e soprattutto non mi vide nessuno!

Danno ben peggiore, ma che rimediai grazie alla mia organizzazione, lo feci in aeroporto a Sucre, quando, lasciando una tasca aperta, persi il portafoglio con la carta di credito. Me ne resi conto arrivato a destinazione. Come da consuetudine avevo soldi, passaporto e bancomat in posti differenti; quindi, diventai un po’ matto per denunciare lo smarrimento, ma nel viaggio non ebbi problemi. I problemi maggiori li ebbi al ritorno, con il ritardo della nuova carta che mi incasinò il week end a Bucarest.

Anche i voli mi diedero la possibilità di godermi dei panorami splendidi, soprattutto l’avvicinarsi da Santa Cruz a Sucre e quindi all’alti piano delle Ande e alle imponenti cime.


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