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Il giro per la Bolivia fu uno dei più complessi da pianificare e devo dirlo, il mio gioiellino organizzativo. Andò tutto davvero liscio, quasi. Diciamo che l’organizzazione raggiunse gli obiettivi, ma poi combinai qualche guaio dei miei. Andai nell’agosto 2024 e fu un viaggio in solitaria di 18 giorni. Usai quasi sempre i mezzi pubblici, eccetto che per un paio di tour in inglese quasi obbligatori.

L’obiettivo era essenzialmente uno, vedere quei posti che avevo identificato come imperdibili; vivere un po’ la quotidianità del paese evitando di stare male come mi era capitato l’altra volta sulle Ande, ma anche possibili problemi in un paese non super organizzato e non troppo sicuro.
Per chi non lo sapesse gringo è un appellativo usato nel sud America per identificare gli occidentali, in particolare gli statunitensi, non sempre positivo. Se in Asia mi credono un tedesco o un inglese, in Bolivia diverse volte mi hanno creduto americano e chiamato così, anche se, a parte una volta, mai con negatività.

Itinerario e mappa del giro per la Bolivia
Nell’itinerario indico anche l’altitudine delle varie città, un elemento da tenere in considerazione quando vi va da quelle parti.

- Arrivo a Santa Cruzde la Sierra (2 notti) 417 metri
- Volo interno per Sucre (2 notti) 2720 metri
- Volo interno per Cochabamba (1 notte) 2550 metri
- Bus diurno per La Paz (3 notti) 3660 metri, arrivato al pomeriggio
- Bus notturno, partenza 21:00
- Arrivo alle 7:00 a Uyuni (1 notte) 3670 metri
- Tour Salar de Uyuni (2 notti), raggiunti i 5000 metri
- Ritorno a Uyuni (1 notte)
- Bus mattutino per Potosi (1 notte) 4070 metri
- Sucre (1 notte)
- Volo interno per Santa Cruz de la Sierra (1 notte)
Sul mio google maps la mappa.
Come vedete ci sono ben 3 voli interni, il paese è molto grande e io avevo i giorni contati. Per guadagnare qualcosa avevo scelto di fare pure una notte in autobus, anche perché non c’era un’alternativa e nonostante alcune fonti sconsiglino di stare in giro dopo il tramonto. Per visitare il salar de Uyuni si deve per forza partecipare ad un tour organizzato.

Perché Gringo solitario

In Perù scelsi di andare con un gruppo organizzato. Soprattutto perché, soffrendo di problemi d’alta pressione sanguigna, temevo che l’altitudine mi avrebbe dato noie. Credevo che l’essere in un gruppo mi sarebbe stato utile. In effetti stetti male e passai una notte con la bombola dell’ossigeno. La coordinatrice mi aiutò e l’agenzia si occupò della noiosa parte legata all’assicurazione per l’assistenza medica.

Questa volta decisi di andare da solo, perché avrei potuto scegliere un itinerario con una salita più graduale e quindi con possibilità di acclimatarmi meglio. Inoltre, sapevo che avrei dovuto affrontare l’eventuale malessere stando a letto e cambiando itinerario. Credevo che lo avrei potuto realizzare meglio da solo, senza la preoccupazione di farmi aspettare, seguire, o raggiungere per forza un gruppo.
Studiando bene le possibili tappe e i trasporti, scelsi di evitare alcune mete che propongono le agenzie organizzate e mi fermai in alcuni posti dove, probabilmente ero l’unico straniero. In particolare, non mi interessava il lago Titicaca, per metà in Perù, già visto. Proprio per niente avevo intenzione di andare in quella che è chiamata la strada della morte che viene fatta in discesa con le bici. Ma nemmeno di girare a cavallo dove andava Che Guevara. Non avendolo mai fatto, non mi pareva il caso di iniziare proprio in Bolivia. Nella foresta amazzonica invece ci sarei andato, ma mi avrebbe portato via molto tempo, la vedrò in un’altra occasione.




Ma lo sai tu cosa hai combinato?
Questa fu la frase che mi rivolse per telefono, un fratello ad una settimana dalla partenza. L’altra grande preoccupazione per il viaggio era legata alla criminalità. Se c’è una zona del mondo dove bisogna prestare particolare attenzione, è certamente il sud America. In particolare, la Bolivia è il Paese più povero dell’area, e come dice un vicino di casa che l’ha girata in lungo e in largo: prima o poi a tutti capita di avere una pistola puntata in faccia.

Inoltre, poche settimane prima della mia partenza, c’era stato addirittura un colpo di stato, o forse un finto colpo di stato, comunque la situazione del paese era poco tranquilla.

Bene, con tutte queste preoccupazioni, ed adoperandomi per vari accorgimenti, uscii di casa armato di attenzione e organizzazione per evitare situazioni spiacevoli.
Come di consueto avevo lasciato ai miei parenti l’incarico di annaffiare le piante del mio appartamento. Andarono dopo una settimana perché in quei giorni piovve. Avevo lasciato la finestra del soggiorno aperta. A parte eventuali ladri, dopo la settimana di pioggia con più vento, mi sarei trovato il divano inzuppato e da buttare.


Tappa successiva Trasporti pubblici in Bolivia
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