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Un tour dell’Europa in bus era una novità poiché i miei giri itineranti erano sempre stati in treno o in auto. Nell’insieme non ne fui soddisfatto, anche se i posti visitati furono belli.

Su Francoforte avevo raccolto pareri discordanti, decisi di passarci poche ore. Posso dire che è interessante, forse meriterebbe più tempo per vedere qualche museo o comunque di viverla diversamente.

Passeggiai nel lungo fiume al tramonto e poi sotto un acquazzone per il centro dove sono consecutivi i pochi spazi storici e i palazzoni moderni con i soliti negozi.

Purtroppo, quello che mi è rimasto più impresso è il quartiere della stazione dove ho dormito. E’ pieno di sbandati e tossici. Da non credere sia così vicino ai maggiori centri di potere finanziario d’Europa.

I palazzi illuminati di Francoforte da un ponte sul fiume Meno
La parte preponderante e moderna di Francoforte

Colonia è soprattutto la meravigliosa cattedrale. Anche qui dovetti rifare un altro tampone per essere accettato in ostello, e con altre modalità. Andò tutto liscio, i guai li ebbi il giorno dopo.

La partenza del bus per Anversa era nell’aeroporto di Colonia. Pur dovendo prendere un treno per arrivarci, la cosa mi rincuorava.

Alla fermata precedente di Norimberga ci sarei potuto arrivare calandomi dalla finestra della mia camera perché era proprio lì sotto. Ma il bus fu in grave ritardo, coi bagni e bar quasi indecorosi e senza dove sedersi, fu poco piacevole.

Tour dell’Europa in bus: un giorno speso in attese e corse

Ma la partenza da Colonia fu senza dubbio la peggiore in assoluto.

Era situata fuori da una parte dell’aeroporto non utilizzata. Per far pipì o rimediare un panino si doveva fare un mucchio di strada. Non c’era nessun ufficio e modo per avere informazioni.

Dopo 2 ore, col sito della compagnia privo di segnalazioni, con alcuni ragazzi olandesi e una coppia di signore Thailandesi con cui avrei dovuto prendere lo stesso mezzo, ci alleammo per sperare di parlare con il call center.

La facciata frontale della Cattedrale di Colonia di notte, una delle tappe principali del mio tour dell'Europa in bus
La Cattedrale di Colonia è bellissima ma anche lunica cosa degna di una città che non mi ha entusiasmato

Finalmente una delle ragazze riuscii a prendere la linea. Il nostro bus che sarebbe dovuto partire alle 11:30 non sarebbe mai arrivato. Loro che dovevano andare in Olanda avrebbero preso quello che sarebbe partito alle 15:00. Ma io dovevo andare in Belgio!

L’unica soluzione prospettata sarebbe stata di prendere il bus da Dusseldorf in partenza dopo un’ora. Chiusi la comunicazione senza immaginare che via ferrovia, da dove ero io ci sarebbero voluti 2 treni e 1 ora e 40. Attraversai di corsa l’aeroporto per raggiungere la stazione ferroviaria che era dalla parte opposta, e presi al volo il primo treno per la stazione centrale di Colonia. Sono edifici grandi e affollati e se non sai dove andare non è immediato nemmeno capire in che direzione muoversi. Sempre in affanno trovai un tassista che mi garantì di arrivare in tempo alla stazione di Dusseldorf: arrivammo con ben due minuti di anticipo.

L’autista inconsapevole e litigioso

Mentre mi avvicinai al bus, scesero l’autista e la sua aiutante che dava molto l’idea di essere sua moglie; i due anzianotti rotondetti si diressero verso il bar e tornarono dopo 40 minuti. Pensai di averne avuto abbastanza per quel giorno, l’importante ora era arrivare a destinazione e c’era ancora tutto il tempo per il check-in nell’hotel che avevo saggiamente prenotato vicino alla stazione di Anversa. Invece l’autista pareva che non sapesse che strada prendere e le poche soste per far scendere e salire altri passeggieri furono lunghissime, così iniziai un dialogo via whatsapp con quelli dell’hotel per un’eventuale mio in ritardo.

Ad Anversa prendemmo una strada strettissima vietata ai bus e l’autista scese per discutere con un’automobilista che aveva tutte le ragioni perché incrociandoci rischiavamo l’incastro con le auto parcheggiate. Arrivai tardissimo e mi aprì un altro ospite a cui avevano dato indicazione sul darmi le chiavi.

Tour dell’Europa in bus, passo anche da Lussemburgo e Treviri

Del Belgio ne parlerò nel prossimo articolo. Non avevo aspettative a proposito del Lussemburgo, che invece si è rivelato bello e con una moltitudine di locali e tanta gente in giro a bere. Essendo una capitale anche con molti uffici istituzionali europei, ci sono moltissime persone di vari paesi e in un centro piccolo, la tanta multiculturalità spicca notevolmente. Il Lussemburgo è anche lo stato più ricco al mondo, bisognava dargli un’occhiata.

Veduta dall'alto dei tetti del centro storico di Lussemburgo
I tetti di Lussemburgo città

Essendoci comunque poco da vedere, il secondo giorno andai a Treviri che è in Germania e dove c’è la bellissima ed integra porta romana, ma anche la casa natale di Carl Marx e il semaforo personalizzato del filosofo.

La cameriera che voleva farmi scoppiare alla fine del tour dell’Europa in bus

Tornando verso casa mi fermai anche a Stoccarda (niente di memorabile) e per poche ore a Monaco dove ero già stato due volte.

Oltre alla parte la passeggiata in centro, prima di prendere il bus notturno mi concedetti una super cena nella birreria dell’ Augustiner, proprio vicino alla stazione. Come testimonianza nell’immagine artificiale messa in evidenza, fu una cena che ricorderò sempre.

Ero già pieno quando chiesi alla simpatica cameriera come dolce lo stesso che aveva portato al tavolo vicino. Ovviamente diedi per scontato che mi sarebbe arrivata una porzione normale e invece sempre molto sorridente, mi portò la medesima fiamminga. Da principio la cosa mi spaventò, e alla fine mangiai tutto. Sul bus, satollo, questa volta mi addormentai all’istante e mi risvegliai a Bologna senza avvertire alcuna scomodità.

La porta Romana della città di Treviri in Germania, imponente e alta 4 piani
Treviri è meno nota ma un salto lo merita certamente almeno per la porta Romana quasi integra e imponente

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Tappa successiva Incontri al bar di Bruges e minacce via web

A Treviri, vicino alla casa natale di Carl Marx, l'immagine del semaforo raffigura il filosofo
Vicino alla casa natale di Carl Marx questo è il semaforo Uno dei ricordi più divertenti del tour dellEuropa in bus

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Fabio Viroli
Ho sempre avuto tante passioni, ma da sempre più o meno latenti, le principali sono viaggiare e scrivere. Tra le altre cose ho una laurea in psicologia; ho fatto per più di 30 anni l’allenatore di basket; leggo tanti libri; sono stato molto appassionato di sport e di musica rock; e faccio improvvisazione teatrale