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In un week end dell’aprile 2025 riuscii ad esaudire 2 desideri che avevo in testa da tempo; fare un viaggio in camper e la Transiberiana Italiana in Abruzzo. Più in generale volevo approfondire una Regione che fino ad allora avevo un po’ trascurato e dove comunque tornerò.
Questo nel mio mymaps fu il nostro itinerario fatto in 3 giorni.
In questo link invece, c’è un video fatto a bordo della transiberiana italiana.
Non ho capito se sono adatto ad un viaggio in camper
Da un po’ ho l’idea che un giorno potrei diventare una specie di lumacona con la mia casetta sulle spalle, e con quella girare mezzo mondo (quello vicino) per 6 mesi l’anno e negli altri farlo prendendo aerei per i posti lontani.
Adesso che ho un lavoro e i giorni di ferie contati, riterrei l’avere il camper come un vincolo. Mi costringerebbe sempre a viaggi di un certo tipo; mentre in realtà avrei l’obiettivo di scoprire più posti lontani. Grazie ad un’amica che ne ha uno, ho avuto la possibilità di sperimentare il viaggio in camper coi suoi pregi e difetti.
Detto che l’intesa con lei fu perfetta, forse perché il suo camper è di grandezza media, mentre io sono grande e grosso, ho sofferto un po’ una certa mancanza di spazio e per così dire di libertà. In particolare, ebbi qualche difficoltà logistica nella prima notte.
Dopo un’eccellente cena, puntualmente mi svegliai con tanta sete e contemporanea necessità di andare in bagno. Il camper è di quelli con letto estraibile dall’alto e con pochissimo spazio in altezza. La scala per scendere in realtà era migliore di molte che mio sono capitate negli ostelli. Per girarmi e poter scendere coi piedi avanti invece che con la testa, dopo un lungo periodo di resistenza, anche per non svegliare la mia amica, dovetti improvvisarmi contorsionista, rischiando pure di incastrarmi.

La Transiberiana italiana? Meglio in inverno
Dato l’appellativo altisonante ammetto che prima di partire sospettavo fosse una specie di trappola per turisti. Non è così, ma in certi periodi dell’anno credo sia più interessante. Nella foto in evidenza l’interno di una carrozza.
La Transiberiana Italiana è un percorso ferroviario tra le montagne abruzzesi che parte dalla bella Sulmona, arriva a Castel di Sangro e torna indietro su un treno dei primi del ‘900. Il nome di questo tragitto, quando era semplice trasporto locale, gli venne dato nel 1980 dal giornalista Luciano Zeppegno. La motivazione era per l’isolamento e il paesaggio (d’inverno, innevato), simile a quello della steppa Russa.
Francamente per l’isolamento mi aspettavo qualcosa di più, dato che per la maggioranza del tragitto, la linea ferroviaria è affiancata da una strada asfaltata, inoltre passa per molti centri abitati, tra cui la famosa Roccaraso.
D’altro canto, i paesaggi della Majella sarebbero certamente meno monotoni di quelli russi. Il fatto che noi avremmo fatto il tragitto in aprile mi faceva sperare di poter vedere cime innevate e verdi pascoli, invece trovammo una giornata nuvolosa. Col senno di poi credo che questa esperienza, comunque meritevole, possa offrire il meglio di sé in pieno inverno, quando la neve c’è quasi sempre.

Mi accerto che l’e-bike non fa per me
Adesso che il tragitto è turistico, chi organizza il viaggio che dura una giornata, permette di aggiungerci altro. All’immancabile, ma graditissima, sosta per uno spuntino con prodotti locali; si è aggiunta l’animazione di un simpatico trio di musicisti abruzzesi. Devo dire che non fu proprio dello stesso avviso la mia amica, seguace di gruppi che suonano metal pesante; in questo link il video on tour quasi live.

Detto che quelle carrozze non sono tanto diverse da alcune che frequentavo negli anni ’80; come extra, noi optammo per la, per me, modernissima ed inedita, esperienza dell’e-bike.
Attraversando dei bei boschi, in programma c’era di fare un breve giro che ci avrebbe portati ad un rifugio con un bel panorama. Ma purtroppo causa temporale in arrivo, dovemmo rinunciarvi.
Ci consolammo con una sosta culinaria anch’essa molto gradita. A parte il fatto che bucai, come avevo fatto un paio di giorni prima anche con l’auto, ho potuto constatare che bici normale o con pedalata assistita, a me non piacciono per andare in montagna.
Amo salire e scendere a piedi; avere tempo e modo, anche facendo fatica, di potermi godere ciò che ho attorno. Soprattutto in discesa, dove bisogna sempre fare attenzione, secondo me la bici equivale a un giochino informatico. Si potrebbe essere anche nel salotto di casa, tanto l’adrenalina sarebbe la stessa, e non si vede cosa hai attorno eccetto il piano e le buche da evitare.
Alla fine del viaggio in camper, faccio pace con la canoa
Il week end era il secondo di quelli che battezzai come ponti di primavera con la Z.
Come prima tappa visitammo la graziosa Scanno. Tra i tanti borghi che abbiamo in Italia (e ce ne sono altri in Abruzzo che prima o poi visiterò), è certamente tra quelli con più scorci. Dopo Sulmona e la Transiberiana Italiana, il viaggio in camper si caratterizzò dall’uso di un altro mezzo, per cui ebbi parecchi problemi in passato.
Grazie alla mia amica, esperta e paziente navigatrice, posso dire di aver fatto pace con il mezzo canoa. Devo però ammettere che nelle placidissime acque del Fiume Tirino, sia proprio un’impresa ribaltarsi. Anche qui ebbi una leggera delusione perché da racconti di chi c’era già stato, e dalle foto che girano in rete, mi aspettavo più azzurro. Purtroppo anche nell’ultimo giorno di quel viaggetto il cielo fu grigio e con poca luce.
Dato il periodo però, potemmo apprezzare le tante folaghe; gallinelle d’acqua e i simpatici tuffetti. Molti di questi stavano allestendo il nido o avevano i pulcini; tutti abbastanza sereni e non spaventati del vederci passare accanto.
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