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Chiudemmo il viaggio alla grande con la visita di Lisbona e Sintra. Quando sei in coppia si fanno meno conoscenze, ma ci capitarono situazioni simpatiche che generalizzo in amici degli amici.

Alberto Tomba è diventato grasso?
In occasione della visita a Lisbona prendemmo un paio di fregature culinarie da turisti sprovveduti; in particolare nella bellissima praca de Commercio un pranzo carissimo dopo il quale avevamo più fame di prima; una crocchetta di baccalà deludente nel museo della birra dove non c’era nessun museo della birra. Fortunatamente era chiuso il bagno più sexy del mondo, altrimenti ci saremmo fatti fregare pure lì. Nella zona di Belen ci facemmo rapinare dal museo del Terremoto, dove a parte 5 minuti seduti su una finta panca di chiesa ballerina, non capimmo perché aver speso 25 euro.
La mia amica si fece intomellare da un senegalese che, secondo me, a seconda della nazionalità di chi incontra, prima di vendere collanine racconta aneddoti diversi. In particolare, agli italiani dice di aver vissuto da noi e grazie a Papa Woytila (come per un intervento diretto) gli diedero la possibilità di avere il permesso di soggiorno. Poi spiega che prima di Roma, le capitali d’Italia sono state Torino e Firenze.
Saputo che vivo non lontano da Bologna mi chiese di Alberto Tomba. Si interessò molto quando gli dissi che l’avevo visto alcune volte. Una nel ristorante proprio vicino a casa mia e allora mi domandò se è diventato grasso. Chissà che questa cosa non gli dia spunti per altri aneddoti per risultare simpatico; anche se mi piacerebbe tanto sapere cosa racconta ai tedeschi o ai francesi.

Visita di Lisbona
Il primo giorno trovammo chiusa la cattedrale che in portoghese si chiama Sé. Ci sbizzarrimmo coi giochi di parole, tipo: Se so che è si, andiamo su alla Sé. Per salire al castello quasi tutti prendono gli antichi tram o mezzi vari con i driver che ne escogitano di tutti i tipi per farsi notare.
Salimmo a piedi attraversando i pittoreschi vicoli dell’antico quartiere di Alfama. Al castello però non siamo entrati.

Girammo in lungo e in largo il centro storico distrutto dal super terremoto+ incendio + maremoto del 1755. Il fatto che sia stato completamente ricostruito (col primo piano urbanistico della storia) con le vie a scacchiera e i palazzi standardizzati ti dà in qualche modo la sensazione di vivere la storia. Quella tragedia è considerata la più grande catastrofe naturale dei tempi moderni (100.000 morti in una popolazione di 270.000).
Il secondo giorno da Lisbona andammo col treno a Sintra (foto in evidenza). Tra una folla notevole, scegliemmo di visitare (prenotando con largo anticipo) il Palazzo nazionale; la Quinta da Regaleira (bellissimo parco e col pozzo/tunnel che ne attraversa un bel pezzo) e il super iconico Palazzo de la Pena.

L’ultimo giorno lo dedicammo al quartiere di Belem, dove tutti vanno per la celebre torre; per il monastero di San Geronimo e per la più famosa delle innumerevoli pasticcerie produttrici del Pastel de nata, il dolcetto tipico portoghese. Di tutte queste attrazioni devo però dire che forse quella che mi è piaciuta maggiormente è stato il museo delle carrozze, dove ce ne sono oltre 70 bellissime.

Il presidente del Ghana, Harry Styles e i suoi amici, non sono nostri amici degli amici
Tornando a parlare di file, che in generale furono non poche, una notevole fu quella che dovemmo fare sotto al sole per il monastero di San Geronimo (bellissimo, ma meno per chi ha già visto Tomar, Batalha e Alcobaca).
Era stato chiuso tutta la mattina a causa della visita del presidente della Ghana, che uscì proprio mentre arrivammo noi; ci vedemmo così tutta la parata coi tantissimi cavalli che gli facevano da scorta. Ci potemmo considerare anche fortunati, ma la mia riflessione fu sul fatto che erano bloccate centinaia di persone e stato chiuso per mezza giornata uno dei monumenti più visitati del paese, per il giretto che deve fare un’autorità.

Congetture in aeroporto
In viaggio mi diverto a immaginare chi può essere o cosa può fare una persona o un gruppo di persone che vedo. In aeroporto al gate per tornare a casa, notammo un gruppetto. Parevano molto amici, tutti piuttosto massicci e genere motociclisti rocker, tatuati e vestiti di nero.
Pensammo ad un gruppo di ultras o a un club di motociclisti, o ad appartenenti a chissà quale associazione in gita più o meno culturale. Avevano tutti attaccato al bagaglio a mano la stessa etichetta per l’eventuale smarrimento, ma non riuscivo a leggerla. Il gruppo continuava ad aumentare, arrivarono anche delle ragazze. Tutti tra i 25 e i 45 anni, c’erano un paio di tipi distinti e qualcuno dal look più eccentrico. Per la targhetta era evidente che appartenevano in allo stesso gruppo. Tutti parlavano inglese e con accento decisamente anglosassone.
Continuando a fare congetture, pensammo che potessero essere fan di un qualche gruppo rock e che stessero andando ad un concerto. Ma se erano inglesi, perché passare da Lisbona per andare in Italia?
Potevano essere loro il concerto! Notai una con la custodia di uno strumento musicale e allora facemmo una ricerca in rete. Era lo staff di Harry Styles (ex One direction che io non riconobbi). Musicisti, ballerini, tecnici ecc….(anche un paio di fan agitate, ma composte) che da Lisbona stavano andando a Reggio Emilia per l’ultima data di un tour mondiale durato 2 anni.

Ultimi momenti della visita di Lisbona
Prima di raggiungere l’aeroporto però eravamo riusciti a dare un’ultima dimostrazione di organizzazione ed efficacia, considerando i diversi orari di apertura facemmo il giro delle 3 chiese checi erano rimaste indietro in tempo per prendere la metro e arrivare al gate in orario.
San Domenico apriva alle 7:30, ma noi ci arrivammo comodamente preparandoci con calma e facemmo colazione con l’ultima pastel de nata. Distrutta dal terremoto e poi da un altro incendio nel 1959 è molto particolare con un evidente tetto rifatto e le colonne di marmo annerite o parzialmente rovinate. Poi andammo nella Cattedrale e nella chiesa del Carmo, completamente scoperchiata. In metro con abbastanza anticipo anche per un contrattempo (guasto sulla linea), facemmo in tempo pure a prenderci un panino per il pranzo da fare durante il volo: perfecto!
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