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Fuori da Teheran, il resto del viaggio in Iran l’ho fatto muovendomi coi comodissimi bus. Le città sono meno caotiche e si torna a respirare ossigeno. In agosto è molto caldo, siamo in territorio desertico e ricordo bene un certo senso di soffocamento quando sono sceso a Kashan. Ma anche la piacevolezza che ho provato andando al giardino persiano di Bagh – e fin ammirandone la maestria che queste popolazioni avevano per sopperire alla calura grazie ad impianti di irrigazione e alla particolare costruzione con cui realizzavano le torri del vento, una sorta di aria condizionata dell’antichità.
Noi occidentali diamo per scontata la nostra presunta supremazia sul resto del mondo. Ma dopo il crollo dell’ Impero Romano, per secoli noi eravamo i disgraziati e questi qua invece erano quelli avanti.

La perla del viaggio in Iran: Isfahan o Esfahan
La stragrande maggioranza degli occidentali ignora l’esistenza di Isfahan che assicuro è meravigliosa.
In particolare l’immensa piazza Naqsh-e Jahan (Imam) con tutto quello che vi è attorno è certamente una delle più belle al mondo. Arrivarci per la prima volta di sera mi ha emozionato, ed è stato il momento più bello del mio viaggio in Iran. Soprattutto pensando che a casa in tantissimi nemmeno sanno che esiste e potrebbe essere una meta super gettonata. Qui ho fatto scorpacciata di splendide moschee e dei tipici interni di quelle iraniane.
Proprio davanti ad una di queste ho tenuto una delle 2 conferenze stampe (l’altra a Shiraz), come ho ribattezzato l’incontro che ho avuto con 2 gruppi di studenti di inglese. Erano in giro assieme alle loro insegnanti per trovare qualche turista chiacchierone come me ed esercitarsi con l’inglese.

Le uniche due che non vogliono fare una foto
Durante tutto il viaggio è stato un continuo scambio di saluti, richieste di selfie e chiacchiere. Ho avuto anche tre inviti a cena che mio malgrado ho dovuto rifiutare (uno in aereo mentre tornavo a casa). Sono talmente gentili e al tempo stesso curiosi e volenterosi di relazionarsi da risultare commoventi. Mi sentivo una star, ma semplicemente non sono abituati ad incontrare occidentali.
In entrambe le conferenze stampa mi hanno gentilmente chiesto se potevano parlare un po’ con me. Schierati davanti a me, hanno iniziato a farmi una serie di domande. Di dove sono, com’è la vita da noi, abbiamo molte auto anche noi, cosa faccio nella vita, se sono in pensione, l’immancabile se sono sposato ecc, ecc….
Tornando alla città, l’altra zona fantastica è il lungo fiume con una serie di ponti spettacolari che di notte diventano fiabeschi. Passeggiando qui mi è capitato di essere io a chiedere un selfie che mi è stato rifiutato; 2 gemelle identiche, truccatissime come molte ragazze iraniane e super rifatte con 2 labbra come copertoni.

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