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L’ignoranza nei social fu il fatto più conclamato del periodo precedente al mio viaggio in Iran. Quello del mio ritorno fu che è meraviglioso.
In evidenza due estremi del paese: la grande ricchezza culturale e la dittatura religiosa.
Andare in Iran
È stata una esperienza bellissima, e avendola fatta in solitaria nell’agosto 2019 mi ha consentito di apprezzarla ancora di più. Auguro a questo popolo sfortunato tempi migliori e quindi che diventi la meta turistica che merita, anche se in questo modo inevitabilmente perderà le incredibili cordialità e autenticità che ho avuto il piacere di trovare io.

Il viaggio durò due settimane e usai gli ottimi mezzi pubblici. All’epoca la situazione internazionale era tranquilla e non erano ancora iniziati gli scontri interni degli anni seguenti, originati dalle proteste in merito all’obbligo di indossare il velo per le donne, o in generale per la richiesta di maggior democrazia da parte della popolazione. Non c’erano nemmeno mai stati problemi coi viaggiatori occidentali come invece capitò in seguito. In questo link preso da un sito con cui collaboro, c’è un articolo molto interessante.
Gli Iraniani sono gentilissimi e curiosi, soprattutto del mondo occidentale. Molti di loro conoscono poco, essendo stati isolati per decenni. Ma anche noi conosciamo pochissimo di un paese che, lo ricordo, sarebbe l’erede dell’antico Impero Persiano che abbiamo studiato a scuola e che non c’entra nulla con il mondo arabo. Le mie mete furono:
- Teheran
- Kashan
- Isfahan
- Yazd
- Shiraz
- Persepolis
Questo è il link all’itinerario sul mio Google maps.
Un po’ di storia
L’Iran probabilmente è uno dei paesi meno conosciuti dall’occidente e per cui c’è più ignoranza nei social, ma non solo. Essendo politicamente un nemico di Israele, Arabia Saudita e Usa, nel nostro immaginario comune è un posto pericoloso ed ostile.
Vige un regime religioso dal 1979 per il quale concordo appieno che ci possano essere critiche enormi, ma i primi a farlo sono gli Iraniani che sono le vere vittime del regime, e lo sono doppiamente, perché oltre per le restrizioni alla loro libertà, soffrono anche per l’embargo dell’Occidente. Le motivazioni reali di questo embargo sono in realtà soprattutto economiche perché all’Arabia Saudita in primis (un grande alleato degli Usa) fa comodo che l’Iran sia debole.
A proposito dei rapporti con Israele ci sarebbe troppo da dire e questo non è il tema, ma per quanto riguarda il terrorismo bisogna sempre ricordare che gli attentatori dell’11 settembre erano quasi tutti Arabi, non Iraniani. Inoltre l’Iran non è in guerra con nessuno dal 1981 quando tra l’altro sconfisse l’Iraq di Saddam Hussein, aggressore e finanziato dagli stessi Usa. Per il fatto che ospiti dei terroristi, ricordo che è assodato che nel nostro paese i terroristi erano in combutta con politici e servizi segreti.

Com’è l’Iran
L’Iran è un Paese politicamente instabile per i motivi di cui sopra a cui va aggiunto che ha una popolazione estremamente giovane e le libertà occidentali con le nuove tecnologie non possono essere più nascoste e che in particolare le restrizioni imposte alle donne non sono più tollerate, ma il regime non vuole cedere il potere. Quando sono andato io la situazione era tranquilla, ma ovviamente non è sempre così; nei periodi più turbolenti, come in ogni posto, è saggio non andare.
Per quanto riguarda certe restrizioni/usanze che si affrontano nell’andare in Iran, credo non ci sia nemmeno il bisogno di dire che giuste o sbagliate che siano, quando visiti un paese straniero vanno rispettate, questo vale anche se vai a trovare un tuo amico a casa.
L’ignoranza nei social
Nelle settimane precedenti alla partenza, quando lo dicevo a qualcuno, mi è capitato di registrare reazioni allucinanti. C’è chi si è letteralmente messo le mani nei capelli sbarrando gli occhi. Chi mi ha detto che c’era la guerra e chi chiesto come avrei fatto con le bombe. I più mi hanno detto che ero matto, o che, se poi avrei avuto problemi la Farnesina, quelli come me li dovrebbe lasciare in giro.
Ma il peggio fu l’ignoranza nei social, dove spesso sfocia anche in aggressività. All’epoca frequentavo su Facebook dei gruppi di ipotetici viaggiatori e posi una questione con ironia, che ovviamente molti non capirono. Il tema era quello che nei mezzi pubblici non ci si poteva sedere accanto a persona di sesso opposto, a meno che non sia parente o ovviamente coniuge.
Se incontrerò la donna della mia vita, occidentale, non potrò sedermi a fianco di lei?
Era semplicemente per capire se per questa norma c’era tolleranza per gli occidentali. Ma mi arrivarono i peggiori insulti, tra cui addirittura che ero il solito che andava nei paesi poveri a fare turismo sessuale.
Prossima tappa Viaggio in Iran, cioè un italiano vero a Teheran

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