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Mi capitò di dormire coi serpenti in casa in occasione della mia seconda volta in Polonia. Ma devo ancora finire il racconto della prima. Per gli amici lettori non Italiani il termine bidone sta a significare quando qualcuno prende un impegno e poi non lo rispetta, quindi è un gioco di parole con rima.

Avevo prenotato i voli e definito l’itinerario, solo in seguito e con calma mi ero preoccupato degli alloggi. Avevo creduto che non avrei trovato particolari problemi, soprattutto nelle città da me considerate minori.

Il palazzo della cultura e della scienza, immenso e di stile socialista a Varsavia
Il palazzo della cultura e della scienza a Varsavia ingombrante eredità del periodo comunista

I nanetti di Breslavia

La stragrande maggioranza degli Italiani non ha mai sentito parlare di Breslavia. Immaginatevi il mio stupore quando realizzai che per la data in cui programmai di passarci non c’era un solo posto letto ad un prezzo decente.

Alla fine mi rispose una tipa di couchsurfing che mi illuminò anche sul motivo delle mie difficoltà.

Proprio quel giorno era in programma il concerto di un gruppo di Heavy metal tedesco. Io ne ignoravo l’esistenza ma, a quanto pare, ha tanto seguito da quelle parti (siamo al confine con la Germania, 3 ore da Dresda) da riempire uno stadio e pure gli alloggi.

Anche la tipa sarebbe andata al concerto, ma avrebbe avuto tempo per un giro al pomeriggio e potuto lasciare la casa tutta per me di sera. Fu molto gentile, e mi portò in giro per la sua bella città che di particolare ha ben 150 statue di simpatici gnomi intenti a varie attività, come quello in evidenza.

Volle assolutamente portarmi in un centro commerciale dove restammo parecchio per mangiarci un immenso gelato, detto da lei il più buono del mondo.

Degustazione di birre a  Poznan, la cameriera me le illustra
Io perplesso alla degustazione di birre a Poznan Riuscirò a bere tutto

Dopo la serata casalinga passata a litigare col telecomando polacco e cenando con schifezze prese al supermercato vicino, il giorno dopo andai a veder l’altra particolarità della città, il Panorama di Ractawice. Si tratta di un immenso dipinto che illustra una famosa battaglia di fine 1700 (contro i Russi ovviamente). Di particolare è che lungo tutto il muro interno di un edificio circolare. Quindi, è un po’ come stare in mezzo alla battaglia e la si vede girandosi a 360 gradi. Ci sono anche degli oggetti ed effetti sia luminosi che sonori ad aumentarne il senso di reale.

Varsavia e Danzica (Gdansk), l’ombra della storia

Tra le varie città e all’interno di esse mi mossi in treno o autobus, tutto molto efficace e puntuale. Avendo studiato parecchio la storia della Seconda guerra mondiale non posso non avere simpatia per una nazione tanto martoriata. Prima furono invasi e assoggettati (in modo pesantissimo) contemporaneamente da Tedeschi e Russi e poi riconquistati dall’Armata rossa.

Varsavia ebbe addirittura l’85% degli edifici distrutti, tanto che pensarono di abbandonarla e ricostruirla da un’altra parte. E anche in passato hanno sofferto l’essere in mezzo a due colossi storicamente forti militarmente come Germania e Russia.

Per quelli della mia generazione è spontaneo considerarlo un paese dell’est, in realtà basta guardare la cartina per capire quanto sia europeo. L’architettura delle città è spesso un curioso mix. Ci sono colorati edifici ricostruiti dopo la guerra tali e quali com’erano un tempo; grigi palazzoni comunisti e gli scintillanti moderni tutto acciaio e vetro. Varsavia e Danzica non mi hanno affatto deluso e ci tenevo ad andare per l’importanza storica che hanno avuto. Molto moderna con un piccolo centro antico (ricostruito) Varsavia; caratterizzata dal fiume e dall’essere stato un importante porto Danzica.

In particolare, a Varsavia, come esempio del classico palazzo dell’era sovietica, non ci si può dimenticare dell’orrendo e gigantesco Palazzo della cultura e della scienza. Viene chiamato Elefante in mutande di pizzo per via delle sculture elaborate nei parapetti.

Da non perdere è il museo dell’insurrezione di Varsavia. Racconta con toccanti testimonianze, di quando sul finire della guerra, con i Russi vicinissimi, gli abitanti tentarono un’insurrezione. Mai Russi non vollero intervenire lasciando che i nazisti reagissero massacrando e distruggendo ulteriormente. Alla fine della guerra morirono 800.000 abitanti di Varsavia, il doppio delle perdite di tutto l’esercito statunitense.

Centro storico di Varsavia coi palazzi colorati ricostruiti come erano prima della guerra
Il Centro storico di Varsavia è stato rifatto come era prima della guerra

Serpenti in casa a Poznan

La prima volta sarei dovuto essere ospitato da una tipa di Couchsurfing a Poznan. Poi mi disse che non poteva più, ma proponeva di incontrarci in un’altra città. Accettai variando l’itinerario apposta per lei. Pochi giorni prima mi tirò il bidone.

Dopo un paio d’anni mi scrisse scusandosi nuovamente per l’accaduto. Con un’ amica sarebbe passata a Ravenna, e mi propose di incontrarci per un caffè. Dormirono da me per un paio di giorni; visitai con loro Sant’Apollinare in Classe, passammo due piacevoli serate, e nacque una bella amicizia.

Ogni tanto mi aveva proposto di andarla a trovare. Ero un po’ titubante, sia perché in Polonia avevo già fatto un giro esaustivo sia perché viveva col figlio e diversi serpentoni di cui mi aveva inviato le foto.

Poznan è molto carina, e poi girare i posti con qualcuno del luogo è sempre più interessante. Anche la mia amica era stata molto carina, meno i 12 pitoni, l’iguana e il boa. Il figlio infatti si era trasferito, ma senza rettili! Mi raccontò di quando il boa lo aveva aggredito perché non si era lavato bene le mani dopo avergli preparato il pasto (topi, una volta vivi, ora surgelati che deve scaldare col phon).

Grossissimo serpente bianco maculato, mio vicino quando mi capitò di dormire coi serpenti in casa
Una volta che dormo coi serpenti in casa lo faccio bene Questo uno dei più particolari

Mentre mi raccontò di questo episodio, mi stavo immaginando lei che caricava sulla sua pandina (appassionata di Italia al 100%) il figlio col boa attaccato al braccio (in realtà lo morse solamente). Alla fine, non me la sentii di prenderli in braccio, nonostante mi avesse rassicurato che mangiando una volta ogni due settimane, in quei giorni erano sazi e quindi non pericolosi, ne accarezzai solo uno.

Per chi volesse approfondire l’argomento, ecco un articolo esaustivo.

Pianifico un itinerario folle

Nella primavera 2023 scalpitavo più del solito per fare giri, anche perché dalle mie parti pioveva sempre e per una questione e l’altra non avevo praticamente fatto nemmeno i miei trekking in zona. Quando mi disse che il figlio non stava più da lei, mi venne l’idea folle.

Partii da casa per Padova in auto venerdì subito dopo pranzo con un mini permesso in ufficio. Il pomeriggio/nottata lo passai con la mia amica Padovana. Sabato mattina mi svegliai alle 4 per prendere aereo da Treviso diretto a Poznan.

Casette colorate nella piazza centrale di Poznan
Poznan era piana di lavori in corso ma potei apprezzarla queste casette sono nella piazza principale

Tutto il sabato e la mattina della domenica lo passai a Poznan da cui presi l’aereo per Bergamo alle 14:00. Da Bergamo presi il bus per Brescia, poi treno per Treviso, navetta per aeroporto a ritirare l’auto e serata a Padova. Il mattino del lunedì lavorai in smart working da casa della mia amica. Quando decisi e pianificai questa follia era troppo tardi per chiedere altre ferie e fare le cose con più calma. Andò tutto liscio e mi compiacqui con me stesso dell’organizzazione.

Tappa precedente In Polonia c’è un posto da visitare assolutamente 

Io con la mia amica Izabela a Poznan
E stato un giretto breve ma intenso e divertente quello con la mia amica Izabela

I viaggi fatti, racconti di viaggio divisi per continente

Paesi visitati nei miei racconti di viaggio

Gli aneddoti, divisi per tipologia nei racconti di viaggio

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Fabio Viroli
Ho sempre avuto tante passioni, ma da sempre più o meno latenti, le principali sono viaggiare e scrivere. Tra le altre cose ho una laurea in psicologia; ho fatto per più di 30 anni l’allenatore di basket; leggo tanti libri; sono stato molto appassionato di sport e di musica rock; e faccio improvvisazione teatrale