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La maggioranza delle persone decise di non viaggiare durante il Covid. Io quando possibile e rispettando tutte le indicazioni, lo feci. Ma non presi aerei e non uscii dall’Europa.
Questo fu un viaggio di due settimane, in solitaria coi mezzi pubblici nell’agosto 2021 tra la Germania, il Belgio e Lussemburgo.

Le mete furono
- Norimberga
- Francoforte
- Colonia
- Anversa
- Bruges
- Gand
- Bruxelles
- Lussemburgo
- Treviri
- Stoccarda
- Monaco di Baviera
Qui c’è l’itinerario sul mio maps.
In quell’estate eravamo ancora nel bel mezzo della pandemia; c’era teoricamente la possibilità di muoversi, ma con molti vincoli e rischi. Non avevo nessuna voglia di trovarmi positivo all’estero o in aeroporto prima di un check-in. Ma al tempo stesso avevo intenzione di sfruttare al meglio i tanti giorni di ferie che avevo accumulato; per questo ero pure pressato dall’ufficio personale della mia azienda.
In luglio avevo girato il Trentino con auto e tenda. Lì il rischio era stato davvero minimo perché in caso di positività sarei potuto tornare indietro con la mia auto e comunque nessuno mi avrebbe chiesto tampone. Per agosto decisi di fare questo viaggio itinerante che avevo in testa da anni, ma che non mi ispirava fare in auto, avendo come mete soprattutto città, quindi traffico e difficoltà a parcheggiare. Prenotai i biglietti con una nota compagnia internazionale di bus per i trasferimenti più lunghi, mentre decisi di usare il treno per quelli più brevi in Belgio.
Viaggiare durante il covid, il problema dei vari regolamenti
Nelle settimane precedenti avevo costantemente tenuto monitorata l’evoluzione sulle procedute relative al Covid nei vari paesi. Mi ero già fatto idea che in Belgio e Lussemburgo avessero un atteggiamento molto tranquillo, mentre in Germania no. Ma non avevo ancora realizzato che al di là dell’ingresso nel paese, nei vari stati federali vi erano delle differenze anche sostanziali.

Ero vaccinato da poco con green pass regolare, ma proprio il giorno della partenza, i tedeschi cambiarono i requisiti d’ingresso. Era diventato necessario anche il possesso di un risultato negativo di un tampone fresco fresco! In quel periodo si iniziava ad avere difficoltà nel prenotarne uno e quelli fai da te non valevano. Fortunatamente trovai una farmacia disponibile poche ore prima della partenza, non vi dico l’ansia nel parcheggio in attesa che mi chiamassero .Un’eventuale positività avrebbe compromesso tutto e cestinato prenotazioni di autobus e alloggi.
Partii di sera da Bologna e arrivai a Monaco al mattino. Ma al confine ci fecero scendere e passare tra un cordone di poliziotti con mitra a tracolla, per visionare i nostri documenti; un tipo venne fermato e non lo fecero passare.
Visita di Norimberga
Da Monaco giusto il tempo per sgranchirmi le gambe cambiando stazione e mi diressi subito a Norimberga, città a cui ero interessato da tempo, soprattutto per il suo passato.Come in tutte le città tedesche c’è un bel certo storico rifatto molto bene come era nel medioevo; si distingue per il fiume che la attraversa e per le mura. Mentre tornavo in ostello (gli alloggi sono carissimi) trovai riparo in un androne proprio sotto alle mura per via di un diluvio, non avevo realizzato che quello fosse anche una sorta di mini-quartiere a luci rosse; non c’era nessuno un giro e mi sono visto una delle ragazze che spazzava la sua vetrina.

Andai dove si era tenuto il famoso processo ai gerarchi e soprattutto nell’immenso spazio dove i nazisti facevano i congressi nazionali. Con mille pensieri mangiai un’ insalata seduto su un gradino proprio nello spazio dove si tenevano i discorsi e dove ora ci parcheggiano gli autobus vecchi.
Come detto sopra, in ogni stato federale tedesco c’erano delle regole diverse e siccome erano in continua evoluzione non fu facile starci dietro. Invogliato da una fantastica vetrina mentre salivo verso il castello, venni cacciato letteralmente da una pasticceria perché non avevo la maschera ffp2 (in Italia andavano ancora bene tutte). Anche al castello, dopo una lunga fila (aspettavano che qualcuno uscisse per fare entrare altri visitatori), non mi avrebbero fatto entrare senza la ffp2, ma almeno le vendevano.
Il tamponatore severo
Per la notte successiva a Francoforte avrei dovuto presentare un nuovo tampone negativo; essendoci un centro covid proprio accanto al mio alloggio, pensai di chiedere informazioni. Mi accolse un severo omone rasato, poco predisposto a dare informazioni che evidentemente dava per scontate.

A lui pareva anche normale che uscissi dalla porta, mi scaricassi un’applicazione e con quella prenotassi il tampone lì per 5 minuti dopo. Dopo il test, fiducioso di non vederlo più, decisi di aspettare l’esito camminando nel sentiero pedonale all’esterno delle mura. Ma caspita, dopo mezz’ora ancora nulla! E mi pareva molto strano perché avrei dovuto vedere l’esito nell’app dopo 10 minuti. Feci molti tentativi di inserimento. La pass word avrebbe dovuto essere la mia data di nascita, forse il tamponatore severo l’aveva registrata male?
Mio malgrado dovetti tornare da lui, che non mi accolse in maniera amichevole, e mi guardò anche peggio quando gli chiesi se forse avesse registrato male la mia data di nascita. Mi liquidò con disprezzo spiegandomi che nelle date le cifre vanno distanziate da puntini. Che figura.
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