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Nell’ agosto 2009 decisi di andare in Russia con un fratello che si rivelò l’emblema del compagno di viaggio sbagliato. Ovviamente parlo per me.
Andammo in gruppo, per una settimana con agenzia; le sotto mete furono
- San Pietroburgo
- l’anello d’oro
- Mosca
Quando comprai casa, chiedendo un mutuo, la pagai da solo, ma non feci bene i conti con le spese extra.
Mancava una discreta somma, che chiesi a uno dei miei fratelli. Gli ridiedi tutto in un annetto, con interessi e inoltre gli volli regalare un viaggio.
Per diversi anni quasi non avevamo avuto dialogo e mi pareva l’occasione buona per rinsaldare il rapporto. Mi venne di farlo con l’esperienza più stimolante possibile e cioè con un viaggio. Ma non è così per tutti, anzi.
Per alcune persone viaggiare non è poi tanto importante e c’è qualcuno che continua a pensare sempre alle sue di cose, tanto che nemmeno si accorge di quello che ha attorno.
Se sono a casa, a Parigi o in cima all’Everest e tu gli fai notare:
Guarda quello Yeti ha una maglia di Coco Chanel!
Loro, per esempio ti continueranno a raccontare per l’ennesima volta di un certo episodio di lavoro, e magari per darti un po’ di soddisfazione aggiungeranno:
Ah si, anche il mio collega quella volta aveva una maglia.

A San Pietroburgo quello che non bada tanto a dove va
San Pietroburgo è una città splendida, a fine estate da il massimo per le giornate lunghissime. Al di là dell’ Ermitage (una meraviglia anche solo come edificio in sé, oltre che per le opere d’arte che contiene), ci sono molti posti meritevoli.
A me piacque particolarmente anche la reggia di Pietro il grande. Si trova fuori dalla città, ed ha un parco pieno di statue dorate.

Mi colpirono certe allusioni della guida, a proposito del nuovo Zar, Putin. Ci raccontò che i giornalisti o in generale chi la pensasse diversamente dal regime, se la passasse già parecchio male. Allora e ancora per tantissimo tempo, in Occidente non avevamo affatto compreso la situazione.
Durante il comunismo, in mezzo ai pochi gruppi di turisti occidentali c’era sempre una spia che verificava non si parlasse troppo sinceramente della situazione reale e che agli ospiti venisse data un’immagine ben precisa della realtà. Per certi aspetti le cose stavano pian piano tornando come prima di Gorbaciov.
Facemmo anche un giro per il fiume e i canali con tappa anche nell’isola Zayachy. C’erano diverse coppie di sposini a fare foto, e poi giravano per la città in lunghissime limousine.

Compagno di viaggio sbagliato, quello che se la prende comoda al mattino
Rispetto al mio solito scelsi apposta di partecipare ad un viaggio organizzato classico, con un gruppone. In questo modo non sarei stato io a dover spronare il mio parente.
A me piace fare come mi pare (ho energia per vedere tanto), ma non mi piace dover dire agli altri cosa fare (almeno in vacanza).
Grazie a questa scelta il viaggio andò bene e vedemmo posti molto belli. Ma il giorno che dovevamo fare il giro dei monasteri rischiammo seriamente di passare la giornata in hotel. Non ci svegliammo. Ma, nonostante la sua abitudine di fare le cose con molta calma al mattino, riuscimmo a raggiungere i nostri compagni mentre il pullman stava partendo.

Non si può dire di aver visitato un paese se non si è data almeno un’occhiata alla periferia. Questo è ancora più vero in un paese grande quanto la Russia. In un viaggio futuro mi piacerebbe inoltrarmi nel cuore geografico, fino alla parte asiatica, magari sul celeberrimo Orient Express.
Fu interessante il viaggio in treno tra San Pietroburgo e Mosca. Attraversammo boschi infiniti e coi vagoni pieni di chiassosi militari, in particolare della marina con la loro caratteristica maglietta a righine bianche e azzurre.
L’anello d’oro è il tour delle antiche città russe a Nord est di Mosca. 2 giorni di monasteri, basiliche ed edifici ancora in legno. Alla partenza non diedi molto peso a questa parte del viaggio. Invece ci stava benissimo, anche come alternanza alle 2 metropoli.

A Mosca il compagno di viaggio sbagliato tabagista dà il meglio di sé
Per i veri tabagisti, vivere una giornata non è altro che il modo per riempire il tempo tra una sigaretta e l’altra. Questo è un problema se hai una stanza di hotel al 40 esimo piano (a Mosca) e ogni sigaretta prevede almeno una decina di minuti per scendere, uscire e risalire.
Il problema diventa grandissimo se il tabagista rientra anche nella categoria di quelli che al mattino devono seguire tutto un loro rituale tipo: sveglia, sigaretta, colazione, sigaretta, bagno, sigaretta, doccia, sigaretta, vestirsi.
Ricordo nitidamente l’impatto che ebbe su di me la visione per la prima volta della Piazza Rossa. Avemmo la fortuna di arrivarci che era già notte. Non si può mai dire buio perché l’energia elettrica da quelle parti si spreca letteralmente, costandogli poco e niente. Esclamai veramente Uaho!
Usciti dalla metro proprio nella piazza immensa, ci trovammo davanti la fiabesca San Basilio, a destra il Cremlino con davanti la fila perenne per il mausoleo di Stalin e a sinistra il grande magazzino GUM adesso sfarzoso, una volta scarno e simbolo della stentata economia comunista.
Nel complesso la piazza è meravigliosa e senza dubbio il motivo per cui ha senso andare a Mosca. Ma (pur essendo soprattutto all’interno interessante anche il Cremlino) San Basilio vince su tutto.
Il fatto che Stalin volesse raderlo al suolo per dare più facilità di manovra alle parate militari, dice tutto sul regime Sovietico.

Andare in Russia, tra orologi e colbacchi
Sono molto belle certe fermate della metro, interessanti anche perché erano uno strumento di propaganda del regime. Per il resto la città non è niente di speciale e i grandi palazzoni sovietici mettono soprattutto tristezza.

Io e il mio compagno di viaggio sbagliato, stavamo passeggiando da soli per andare a vedere da lontano il lugubre palazzo del KGB. A fianco di un lampione scorgemmo un sacchetto con degli orologi. Ce li mettemmo furtivamente in tasca e un po’ per gioco iniziammo a fantasticare di venire rintracciati da qualche sicario della mafia russa, che fossero di grande valore e vendendoli saremmo diventati ricchi.
Un orologiaio in Italia ci smontò con crudeltà. Dovrebbero essere ancora in un cassetto assieme alla collezione di gomme del Mulino Bianco e alle figurine dei calciatori del Mondiale dell’82.
All’epoca ero fidanzato, e a mo’ di ricompensa scherzosa per essere andato via senza di lei, mi chiese come regalo un colbacco.
Mi parve una bella idea finché non li vidi da vicino e li presi in mano. Decisi che non avrebbe apprezzato l’idea di mettersi in testa quello che pare un gatto morto. E’ un capo d’abbigliamento che è molto più bello da vedere in testa a qualcun altro, da lontano!

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